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Ius soli, il Pd fa un appello a Conte: esca dalle ambiguità. Mauri: "Chiederò che venga messo nel calendario della commissione"

 

 

 

ROMA - Il gioco a smarcarsi tra le forze politiche nel pieno della campagna elettorale per le amministrative, non è il migliore viatico. Ma sullo ius soli Enrico Letta vuole passare dalle parole ai fatti. Dal segretario del Pd è arrivato un nuovo pressing per discutere e votare la legge sulla cittadinanza nel comizio di chiusura della Festa dell'Unità di Bologna. Perché non è certo il medagliere olimpico italiano, riempito anche grazie agli atleti figli di immigrati, a dover dettare l'agenda dei diritti, che sono per tutti e non solo per i campioni. Quindi i Dem sono pronti a chiedere che lo ius soli sia messo in calendario a Montecitorio, affinché riparta la discussione interrotta in commissione Affari costituzionali. Matteo Mauri, responsabile immigrazione del Pd, deputato e componente della commissione, annuncia: "Noi chiederemo la calendarizzazione in Affari costituzionali. Ma i 5Stelle hanno sciolto il nodo politico? Cosa dice Conte? I grillini hanno una posizione unitaria su questo? La condizione necessaria per fare passare la legge è che ci sia il sostegno almeno di tutti i partiti del Conte 2, e la parola definitiva che dirà Giuseppe Conte sull'argomento". È un appello al leader grillino perché esca dalle ambiguità.  

Strada tutta in salita per lo ius soli, anche nella versione ius culturae o ius scholae, ovvero i bambini figli di immigrati possono diventare cittadini italiani dopo avere completato un ciclo di studi. Sia come sia, per Matteo Salvini è un'altra trincea su cui arroccarsi: il leader leghista dice no al ddl Zan contro l'omofobia e doppio no allo ius soli. Tuttavia la contrarietà delle destre è scontata. 

Ma il vero nodo politico rimane la posizione dell'ex premier e dei 5Stelle. In casa grillina infatti le divisioni restano profonde, con Paola Taverna che ha dichiarato non essere una priorità lo ius soli, e l'ala più di sinistra, da Roberto Fico a Giuseppe Brescia pronta a fare un passo avanti. Brescia poi, è il presidente della commissione che ha nel cassetto le tre proposte sulla cittadinanza in attesa di essere trasformate in un testo unificato. A un incontro promosso dall'Arci a inizio del mese con il ministro dem Andrea Orlando, Brescia ha rilanciato la palla in campo piddì: "Chiedete la calendarizzazione", ha ripetuto, ricordando che il capogruppo del Movimento, Davide Crippa aveva aperto sullo ius scholae. Aggiunge ora di essere pronto a fare la sua parte, a mettere cioè insieme un nuovo testo su cui avviare la discussione a patto che un gruppo politico dia lo start.   

C'è il campo, però la partita non comincia. Matteo Orfini, ex presidente del Pd, che ha firmato uno dei tre progetti di legge sullo ius soli (gli altri sono di Laura Boldrini e della forzista Renata Polverini), contrattacca: "Siamo in attesa di Brescia. Abbiamo finito tutto il ciclo di audizioni e il presidente della commissione aveva detto che ci avrebbe sottoposto un testo unificato. Non è gradevole che la legge sia ostaggio del presidente della commissione. Inoltre più passa il tempo e più rischiamo che la legge sulla cittadinanza finisca come nella passata legislatura, ovvero che non se ne faccia nulla". Un milione circa di bambini e ragazzi - italiani di fatto ma non di diritto - la aspettano. Non ha niente a che vedere con le politiche dell'immigrazione e la sicurezza, si tratta infatti di consentire un diritto ai bambini figli di immigrati regolari.  

Letta tiene dritta la barra: "Vogliamo usare un anno mezzo di legislatura per non ripetere l'errore che facemmo alla fine della scorsa legislatura di non varare una nuova legge sulla cittadinanza". Mauri rincara: "Il nostro obiettivo è portare a casa una legge che è un atto di civiltà e quindi potere contare sulla maggioranza del Conte 2, però anche dialogare con tutte le forze disponibili a partire dai moderati, ragionando sul testo a 360 gradi. Alla luce del chiarimento politico, chiederemo la calendarizzazione in commissione e in aula".

 

Articolo di Repubblica del 14/09/2021 di Giovanna Casadio

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Ius soli un primo passo, sui migranti bisogna fare di più. Ora eliminiamo la Bossi-Fini

 

Roma. “Non solo ci vuole la legge sulla cittadinanza dei giovani figli di non italiani, ma dobbiamo cambiare la Bossi-Fini che è una legge sull’immigrazione superata e sbagliata”. Matteo Mauri, ex vice ministro dem all’Interno, rilancia.

 

Mauri, il Pd ci riprova e rimette sul tavolo davvero la legge sullo ius soli?

“Il segretario Enrico Letta ha preso una posizione netta sulla legge per la cittadinanza dei giovani figli di non italiani. Ha fatto non bene, ma benissimo! A maggior ragione visto che stiamo parlando di ragazze e ragazzi che sono italiani a tutti gli effetti, e che hanno fatto un percorso scolastico nel nostro paese, a cui manca un pezzo di carta per essere cittadini italiani”.

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Regolarizzazione: molti ritardi sono dovuti alle misure anti covid

 
 
Matteo Mauri, lei da vice ministro dem all'Interno si è battuto per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri, anche con un lungo braccio di ferro con i 5Stelle. Ora si sta rivelando un flop: su 207 mila richieste i permessi dati sono lo 0,7% e solo il 5% ha la propria domanda in dirittura d'arrivo.  Dove è l'errore? 
"Al Viminale abbiamo voluto fortemente la regolarizzazione  del 2020 perché era necessario intervenire di fronte alla presenza di un numero consistente di migranti irregolari inseriti nel mondo del lavoro sommerso. Così come bisognava fare emergere dal lavoro nero molte situazioni per la maggior parte di persone presenti senza problemi di irregolarità, sia comunitarie che italiane". 
 

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Dl Sicurezza, via libera alla fiducia dal Senato: è legge.

 

Clicca QUI per vedere la mia dichiarazione al TG1

 

 

Da La Repubblica del 18-12-2020 di Giovanna Casadio

 
I fischietti. Lo striscione "Senza vergogna". I volantini "No al decreto clandestini" piovono nell'aula. Gli spintoni portano in infermeria un commesso di Palazzo Madama e il senatore questore Antonio De Poli, che si è lussato una spalla.
 

Gli insulti ritmati - "buffoni, venduti" rivolti ai grillini, dai cui scranni è un coro di "fascisti, fascisti" - coprono ogni richiamo al rispetto del luogo.  

Dl Sicurezza, il governo pone la fiducia e in aula è immediata bagarre

I leghisti in assetto sommossa accompagnano così l'ultimo miglio dei decreti di Salvini, che sono stati cambiati dalla maggioranza giallo-rossa. Il Senato infatti dà il via libera definitivo alle modifiche sulle politiche dell'immigrazione che il Pd ha voluto nel patto con cui è nato il governo Conte 2. I sequestri delle imbarcazioni delle Ong, i profughi senza identità perché l'anagrafe non poteva accoglierli, la cancellazione dei programmi di protezione sono archiviati. Il nuovo decreto migranti passa con la fiducia: sono 153 i sì, 2 i contrari e 4 gli astenuti.

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Intervista a RADIO ANCH'IO su DPCM del 03/12/2020

 

 

 

Qui trovate il testo della mia intervista a Radio Anch'io di questa mattina 04/12/2020

 

È vietato, si è vietato, fra comuni non ci si può spostare il 25. Tra l'altro il comitato tecnico scientifico aveva chiesto al Governo di prevedere una deroga al divieto di spostamento per i piccoli comuni ritenendolo particolarmente penalizzante per chi vive in luoghi piccoli e si è deciso di non modificare il decreto già emanato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questo è il tema più presente tra i nostri ascoltatori perché l'Italia non è Roma, non è Milano, è piccoli comuni uno accanto all'altro con parenti che vivono da un lato e dall’altro della torre.

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