Offensiva del Pd per blindare lo Ius soli. Mauri cerca l'accordo tra partiti: "Lavoriamo per fare la Legge entro fine Legislatura".
La mia intervista a La Repubblica del 04/06/2021, di Giovanna Casadio
"Lo ius soli 'temperatò e lo ius culturae non restano nel cassetto: il Pd punta ad approvare la legge sulla cittadinanza entro la fine di questa legislatura e io sto lavorando per un accordo politico tra i partiti e perché ci sia una campagna di mobilitazione nel Paese". Appena nominato responsabile dell'Immigrazione, Matteo Mauri, ex viceministro all'Interno che ha seguito passo passo la cancellazione dei decreti Salvini, annuncia l'offensiva del Pd sulla legge di cittadinanza per i nuovi italiani.
Mauri, lo ius soli non è accantonato?
"Il Pd porterà avanti la battaglia sulla cittadinanza ai giovani nuovi italiani. Enrico Letta ha ribadito che è in agenda, anzi è una delle proposte principali che il segretario ha messo sul piatto".
Ma passerete dalle parole ai fatti o restano sempre e solo buone intenzioni?
"È il nostro obiettivo avere la legge entro la fine di questa legislatura. Ma è una legge di iniziativa parlamentare, quindi occorre che in Parlamento ci sia una maggioranza per portarla avanti. Io faccio un appello a tutte le forze politiche per decidere insieme di varare la legge sulla cittadinanza che non può più attendere. Deponiamo le armi della polemica politica. Il tema della cittadinanza non ha a che vedere con gli sbarchi o le politiche di gestione dell'immigrazione. Stiamo parlando di circa 1 milione e 100mila bambini e ragazzi che sono già in Italia, che sono italiani a (quasi) tutti gli effetti, tranne che per un pezzo di carta che certifichi il loro essere cittadini del nostro Paese. Sono i compagni di scuola, gli amici dei nostri figli. Hanno genitori stranieri, ma sono ragazzi che hanno una prospettiva di condurre in Italia la loro vita. È una norma di civiltà, che peraltro fotografa una realtà esistente e quindi io mi rivolgo a tutti i partiti".
Davvero il Pd pensa di portarla a casa nonostante il governo Draghi abbia una maggioranza con Lega e Forza Italia, acerrimi avversari dello ius soli e ius culturae?
"È necessaria. Puntiamo ad approvarla con il maggior numero di forze politiche. Ma se non fosse possibile, di certo con le forze che costituivano la coalizione del governo Conte 2 e con cui abbiamo votato una legge con ben maggiori implicazioni politiche, ovvero i decreti immigrazione che hanno archiviato i decreti Salvini".
Come farete a disincagliarla in commissione Affari costituzionali della Camera dove giacciano tre proposte?
"Ci vuole un accordo tra i partiti e io ho cominciato a lavorare su questo Poi credo che bisogna partire con iniziative di mobilitazione ed eventi degli stessi ragazzi interessati, così da mostrare di cosa stiamo parlando, di giovani perfettamente integrati ed attivi che desiderano essere riconosciuti per quello che sono: italiani. Il Pd si mette a disposizione di una campagna di mobilitazione".
Nel merito cosa proporrete?
"L'importante è avere una nuova legge sulla cittadinanza per i giovani figli di immigrati cresciuti in Italia. Questo l'obiettivo. Il testo che era stato approvato alla Camera nella passata legislatura e poi è naufragato al Senato è un ottimo punto di partenza. Ma c'è comunque la disponibilità al confronto aperto a tutti e quindi anche a modifiche".
Ma in concreto?
"La nostra proposta della nuova legge sulla cittadinanza unisce due sistemi: lo ius soli 'temperatò e lo ius culturae. Lo ius soli 'temperatò prevede che un bambino nato in Italia acquisisca la cittadinanza se almeno uno dei due genitori stranieri è in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Il genitore dovrà farne richiesta entro la maggiore età del figlio. Non esiste alcun automatismo quindi che lega la nascita in Italia con l'acquisizione della cittadinanza, in questo senso è 'temperato'. È introdotto anche lo ius culturae: i figli di stranieri arrivati in Italia prima del compimento dei 12 anni possono diventare cittadini dopo avere frequentato regolarmente almeno un ciclo scolastico in Italia".
Il Pd non teme di essere indebolito da questa battaglia che nei sondaggi risulta impopolare?
"Non penso sia impopolare. Stiamo parlando di una realtà che tantissime famiglie conoscono perfettamente. Non ci si pone più il problema del perché fare la legge, ma gli italiani si chiedono piuttosto perché non farla. Tra la realtà e il diritto non può esserci la distanza che c'è oggi in Italia. I nuovi giovani italiani sono la realtà. E se anche questa battaglia fosse impopolare resterebbe comunque una battaglia giusta. E di fronte alle scelte giuste non ci si deve mai tirare indietro".