Milano 2016 senza Pisapia, una sfida da vincere
La notizia aleggiava nell'aria da tempo. Ma adesso è ufficiale. Giuliano Pisapia non si ricandiderà a Sindaco di Milano l'anno prossimo. Pisapia ha convocato in fretta e furia una conferenza stampa e ha reso pubblica la sua decisione davanti al mondo dell'informazione. Il rumore è stato forte. Le reazioni non si sono fatte attendere e sono state le più diverse. Chi si è rallegrato, il centrodestra nelle sue varie articolazioni oggi molto disarticolate.
Chi si è sinceramente rattristato e si è sentito subito orfano. Chi ha fatto finta di rattristarsi ma in realtà non aspettava altro. Io faccio categoria a parte invece. Io sono dispiaciuto. Ma nel senso letterale della parola. Nel senso che la scelta proprio non mi è piaciuta. So bene che quando si è candidato Sindaco aveva detto fin da subito che, se fosse stato eletto, avrebbe fatto un solo mandato. Conosco bene la coerenza dell'uomo e penso che gli faccia onore. Ma penso anche che avrebbe fatto bene a ripensarci e a dare la sua disponibilità per presentarsi anche nella prossima campagna elettorale. Penso cioè che avrebbe dovuto far prevalere la ragion politica a pur legittime valutazioni personali. Lo dico ovviamente perchè penso che con lui, e con l'attuale Amministrazione, Milano abbia rialzato la testa e oggi abbia riconquistato la dignità che le era venuta meno con la disastrosa gestione Moratti. Con questo non voglio dire che Pisapia abbia fatto tutto al meglio o che non si potesse fare di più. D'altronde fare il Sindaco in questi tempi di crisi e di tagli di bilancio è veramente un compito ingrato. Ma dico che proprio perchè la strada tracciata era quella giusta sarebbe stato meglio proseguire e fare ancora meglio proprio con la guida che su quella strada ci aveva portato. Non mi sono dimenticato le aspettative e l'entusiasmo che aveva creato attorno a lui. Non mi dimentico il clima della famosa manifestazione in piazza del Duomo. Non mi dimentico la sensazione di soddisfazione diffusa di aver portato Milano fuori dalla maledizione della gestione inadeguata del centrodestra. Il lavoro però non è finito e sarebbe stato meglio proseguirlo tutti insieme con Pisapia per altri cinque anni ma non è così. Dobbiamo prenderne atto, sostenerlo ancora al massimo per tutta la Legislatura e rimboccarci le maniche per dare a Milano la candidata o il candidato giusto. Una persona che sappia interpretare e governare al meglio una città così complessa e importante per tutt’Italia. Dovremo trovarla nel modo più democratico e condiviso possibile. Ma per farlo dobbiamo aver chiare alcune cose molto importanti. La prima è che Milano non è solo quella nella cerchia dei Navigli, ma soprattutto quella fuori. Che è una città vitale ma provata dalla crisi. Che dobbiamo essere ambiziosi perchè la nostra città si merita di essere tra le eccellenze internazionali. E che per farlo dobbiamo sempre metterci dal punto di vista dei nostri concittadini. Quella è la prospettiva giusta, l’unica possibile. Il Partito Democratico raccoglie la sfida, non vuole solo vincere ma vuole proporre il meglio. E sa bene di avere una grande responsabilità. Ma le sfide, si sa, sono fatte per essere vinte.
dal Giornale di Zona Nove Niguarda.eu