Siamo tutti la fontana del Bernini a Piazza di Spagna
Onorevole Mauri, sappiamo che lei gira molto il territorio, sia a Milano che nel resto d’Italia. Ma la vediamo anche molto attivo su Facebook e Twitter. In particolare mi ha molto colpito un suo tweet di qualche settimana fa. I “tifosi” olandesi avevano appena messo a ferro e fuoco il centro di Roma e avevano danneggiato la Barcaccia, la fontana del Bernini in Piazza di Spagna. E lei ha scritto: “Bella sensazione da Paese civile ritrovarsi con tanta gente alla #barcaccia, come per augurarle pronta guarigione”. Un tweet un po’ inusuale per lei!
Questa domanda ammetto che non me l’aspettavo. Di solito parli amo sempre di politica e di Parlamento. Però è proprio come dice lei. Io solitamente utilizzo i social network per parlare di temi istituzionali e non mi soffermo sugli aspetti personali. In questo caso però mi sono sentito di fare un’eccezione perché effettivamente l’emozione che ho provato è stata forte.
Che cosa l’ha colpita così tanto?
Mi ha colpito l’atmosfera che si era creata. Mi sono ritagliato una mezz’ora tra una riunione e l’altra e sono andato a vedere per rendermi conto di persona dei danni. E ho trovato tanta, tantissima gente attorno alla fontana sfregiata dai teppisti ubriachi. Ma soprattutto ho trovato un grande silenzio, molto strano in quel posto. Un raccoglimento direi. Tipico veramente di quando si va in ospedale a trovare un amico o un parente malato e non si sa cosa dire. Gli vuoi bene, vorresti tirarlo su di morale ma non trovi le parole. Così.
E l’ha trovato strano?
Sì, non me l’aspettavo in una grande città dove tutti sono sempre affaccendati in tante cose e distratti dalla vita. Avrebbe potuto essere semplicemente una delle tante notizie dei Tg della sera da farsi scivolare addosso.
E invece?
E invece io non ero stato l’unico ad aver avuto quell’idea. A sentire quella necessità. A me piace l’arte, sono innamorato dell’Italia, della sua storia straordinaria, delle sue bellezze, della sua cultura millenaria. E lì mi sono sentito in buona compagnia. Ho toccato con mano la prova empirica che gli italiani amano l’Italia.
Ma non siamo un popolo dalla lamentela facile che non si lascia mai scappare l’occasione per criticare il proprio Paese?
Beh, le ragioni per lamentarsi non mi sembra che manchino! Lo lasci dire a uno che fa politica (sorride). Però a volte ci si lamenta proprio perché si vorrebbe vedere l’Italia messa meglio. Proprio perché le vogliamo bene. Lo facciamo un po’ come si fa con i figli. Vorremmo sempre il meglio per loro. La stessa cosa vale per l’Italia. Ne siamo orgogliosi ma lo dimostriamo di più quando andiamo all’estero e guai a chi ce la tocca! Sappiamo che tutto quello che chi ci ha preceduto ha fatto e detto è un pezzo di noi. Sappiamo di aver fatto cose straordinarie e bellissime a casa come in giro per il Mondo. Dobbiamo solo recuperare un po’ di fiducia in noi stessi e capire che possiamo farlo ancora.
E secondo lei ce la faremo?
Certo che ce la faremo! La politica deve fare la propria parte come tutti, ovviamente. Non sarà una passeggiata ma ce la faremo, tutti insieme!"
Intervista per il Giornale di Zona Nove Niguarda.eu