Giornata della Memoria
Il 27 gennaio, la giornata della memoria, non deve diventare una ricorrenza scontata. Perchè ricordare la Shoah e tutta la nostra storia vuol dire costruire un futuro migliore, evitare di ripetere gli stessi errori. Ricordare è importante non solo per noi, ma anche un impegno morale per chi è morto per permetterci di vivere liberi. Oggi è importante più che mai ricordare tutto questo anche con la presenza alle varie manifestazioni che si tengono in ogni città. Io parteciperò ad alcune organizzate stasera a Roma e ricorderò in particolare i deportati di Mauthausen-Gusen. Ne ricorderò alcuni, tra i tantissimi, con nome e cognome perchè i milioni di morti di quell'orrore sono la somma di milioni di vite e di storie personali. Come se fossero le nostre. E credo che si debba ringraziare tutti coloro che dopo la liberazione hanno lavorato per anni al fine di ridare nome, professione e restituire un po’ di umanità ad ogni corpo, ad ogni numero che era stato impresso indelebilmente sulla pelle di questi uomini.
Ricorderò Filippo Acciarini, direttore dell’Avanti (Perugia 1888 – Mauthausen 1945)
Francesco Maltagliati antifascista italiano di Cesate e morto a Mauthausen il 23/04/1945 , assassinato nel forno crematorio ancora vivo.
Aiò Fiorentino Emma nata a Roma nel 1895, ebrea arrestata a Desio.
Franco Cetrelli, che a 13 anni raggiunse il campo di Mauthausen dopo 4 giorni di viaggio su un treno merci da Bolzano. Morì schiacciato dal lavoro e dalla violenza il 22 aprile 1945.
Peter Van Pels ebreo nascosto nell’alloggio segreto con Anna Frank, morto tre giorni prima della liberazione
Giacomo Poltronieri, antifascista e partigiano italiano, operaio della Breda a Sesto San Giovanni, morì a Mauthausen nel 1944.
Piero Garelli Avvocato di Mondovì, ebreo, morì a Gusen nel 1944.
Lodovico Belgioioso, architetto ebreo che si era già guadagnato una citazione nell’enciclopedia Treccani, ucciso nell’ultima gassazione di Gusen.
Vorrei ricordare anche qualche sopravvissutto, solo grazie a loro oggi possiamo realmente ricordare tutto:
Ando Gilardi, partigiano, ebreo e comunista che sopravvisse al campo di sterminio e collaborò al processo di Norimberga
Anna Azzali, moglie di Luigi Azzali (Mauthausen 1945) deportata nel lager di Bolzano, che vide morire il figlio appena nato poichè costretta ad un regime di lavoro duro e ad una scarsissima alimentazione, anche durante la gravidanza.
Carlo Todros, giovanissimo ebreo italiano.
Giuliano Pajetta, fratello di Giancarlo, antifascista.
Ferdinando Valletti, calciatore italiano e dirigente dell’Alfa Romeo.
Abramo Oldrini, deportato a Bolzano, nel dopoguerra fu sindaco di Sesto San Giovanni fino al 1962.
Sarebbe bello se a questi nomi ognuno ne aggiungesse altri, di conosciuti o no, di lontani e di vicini.