18 Dic2016
Ripartire dall'Italia

Questo era il titolo dell'Assemblea nazionale del PD di oggi. Credo sia utile fare qualche ragionamento partendo da qui.
Innanzitutto, quando dici che c'è la necessità di "ripartire" significa che hai capito fino in fondo che hai preso una botta che ti ha fermato. Ma significa anche che sei consapevole di aver la forza per riprendere il cammino.
È chiaro che per farlo, per ripartire, bisogna cambiare diverse cose che fino a qui non hanno funzionato. Altrimenti "ripartire" rimane un desiderio e nulla più. Su queste cose era concentrata la grande attesa di oggi.
Si sarebbero sentite le parole giuste nella relazione del Segretario Renzi? Ci sarebbe stata da parte sua una lettura autocritica di quello che è successo? Si sarebbe convocato il Congresso per arrivare alla resa dei conti interna oppure sarebbe prevalsa l'idea di un percorso di riflessione collettiva? Sarebbe continuata l'impostazione di autosufficienza sia dentro il partito che verso altre forze politiche nella prospettiva elettorale?
Tutte domande legittime che attendevano risposte.
Bene, alla fine dell'Assemblea mi sento di dire una cosa: le risposte sono arrivate e sono risposte adeguate.
Ho sentito il Segretario fare autocritica sulla secca sconfitta al Referendum. L'ho sentito dire che è necessario ripartire dal coinvolgimento dei Circoli e degli Amministratori locali. L'ho sentito dire che serve una gestione più Plurale e Autorevole del partito, che il Congresso anticipato si sarebbe potuto anche fare ma che si sarebbe corso il rischio di una sterile conta interna. L'ho sentito dire che si deve far tesoro degli errori per rilanciare una campagna sulle idee. E che per farlo serve muoversi come una Comunità, con più "Noi" e con meno "Io". Ho sentito raccogliere la disponibilità data da Pisapia per un nuovo Centrosinistra e lanciare la proposta di lavorare a una legge elettorale che non ci condanni inevitabilmente alle larghe intese con Berlusconi il giorno dopo le elezioni.
Niente di tutto questo si poteva dare per scontato solo qualche giorno fa.
Insomma, mi sembra che oggi si siano messe delle basi importanti per correggere la rotta e per dare il via a un nuovo corso. Tutto questo senza perdere la forza e l'energia indispensabili per realizzare i cambiamenti che servono all'Italia. Oggi è stata messa in campo una proposta rivolta a tutti, maggioranza e minoranze.
Mi sembra l'atteggiamento giusto. Mi sembra la strada giusta.
E lo dico io che Renzi non l'ho mai votato, nè al Congresso nè alle primarie per la premiership.
Adesso però sta a tutti dimostrare nei fatti cosa si vuol fare veramente. Se si vuole costruire insieme tutto questo o se qualcuno continuerà ad arroccarsi sulle proprie posizioni. Lo dice uno - e voi che mi seguite lo sapete - che ha sempre detto che non ha senso ragionare nella logica super renziani contro anti renziani. Che così non si va da nessuna parte. Che se si vuole bene al PD, e soprattutto se si è consapevoli del ruolo che siamo chiamati a svolgere nell'interesse dell'Italia, tutte quelle cose ce le dobbiamo lasciare alle spalle.
Oggi è stato segnato un punto di novità. Chi fa politica deve essere sempre capace di cogliere le novità e di interpretarle al meglio.
È chiaro che lo spazio che si è aperto lo si deve riempire di idee, di contenuti, di comportamenti e di proposte all'altezza delle domande pressanti che ci arrivano ogni giorno.
Io lo farò con tutte le mie capacità e con tutto il mio impegno. Anche perchè è quello che insieme a tanti altri sostengo da tempo. Lo farò perché sono convinto che è quello che servirebbe veramente. Spero che saremo in tanti a farlo, ognuno con la propria responsabilità, dalla più grande alla più piccola. Spero che ci saremo tutti. Non perdiamo questa occasione!
PS Non è un caso che non troviate nulla in questi miei pensieri sulla polemica del giorno, quella innescata da Giachetti. Ho voluto parlare solo di politica e di sostanza. Ma credo, se mi conoscete anche solo un po', che sappiate bene cosa posso pensare di una cosa del genere...