13 Dic2016
Buon lavoro Presidente Gentiloni
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Innanzitutto Presidente Gentiloni le vorrei dire una cosa a nome di tutto il Gruppo del Partito Democratico: Benvenuto Presidente! Benvenuto in quest’Aula!
Mi faccia dire subito che ho molto apprezzato la sua frase di qualche giorno fa, quando di fronte alla richiesta di disponibilità da parte del Capo dello Stato, e di fronte all'indisponibilità di molti, lei ha detto che avrebbe accettato di comporre il Governo “non per scelta ma per responsabilità” è che avrebbe "svolto il suo compito con dignità".
Queste sono le parole giuste di chi si considera un servitore dello Stato quando viene chiamato a un incarico così importante in una fase così delicata.
Perché questa è una fase delicata!
Una fase delicata dal punto di vista Istituzionale. Perché una riforma costituzionale di cui si parlava da anni - e su cui si era inizialmente impegnato solennemente tutto il Parlamento - è stata prima disconosciuta da una parte di coloro che hanno contribuito a scriverla e poi respinta dal voto referendario; perché in conseguenza di quel voto il Presidente Renzi si è dimesso - facendo una scelta di coerenza molto rara in questo Paese – e con lui il Governo; e perché – come sappiamo bene tutti - non disponiamo di una legge elettorale immediatamente utilizzabile per andare al voto visto che è sotto il vaglio della Corte Costituzionale.
Ma sappiamo bene che è una fase delicata anche e soprattutto dal punto di vista economico e sociale. Perché nonostante gli sforzi di questa maggioranza, nonostante le scelte di Governo che abbiamo saputo mettere in atto e nonostante i risultati certificati e concreti che abbiamo raggiunto, la crisi morde e morde ancora. E se c’è una cosa che ci sta a cuore sono proprio le condizioni di vita dei nostri concittadini. La realtà la vediamo benissimo, non abbiamo bisogno che qualcuno che lo ricordi, e capiamo perfettamente i problemi e le difficoltà che vivono ancora molti italiani. Perché mentre qualcuno urla e basta, noi i problemi li stiamo cercando di risolvere, quelli vecchi che abbiamo ereditato dal passato e quelli che ci troviamo addosso ogni giorno. Dicevamo delle difficoltà degli italiani. Proprio quelle difficoltà che lei, Presidente Gentiloni, ha messo oggi al centro delle sue riflessioni. Proprio quelle difficoltà che devono essere superate continuando nel lavoro riformatore e di rilancio del nostro Paese e che sono all’ordine del giorno del suo Governo. Questa è la cosa che ci sta più a cuore.
E lei, Presidente, anche oggi ha usato frequentemente la parola responsabilità.
E’ una parola semplice. E’ un concetto semplice. Quando la situazione si fa difficile per tutti, quando qualcuno ha bisogno del nostro aiuto, dovrebbe scattare in ognuno di noi il meccanismo del senso di responsabilità. Si mettono da parte i nostri interessi personali o di parte e si mettono davanti a tutto gli interessi di chi ha bisogno del nostro aiuto. Vale nella vita di tutti i giorni. Dovrebbe valere, a maggior ragione, anche in politica e dentro queste Aule.
E quando è l’Italia a chiedere una mano perché vive una fase delicata e difficile, quella mano non la si dovrebbe negare. Mai!
All’apparenza è un concetto semplice. E invece è un concetto molto poco praticato. Perché spesso prevale l’interesse personale o di partito. Perché c’è sempre qualcuno che preferisce far finta di niente, girarsi dall’altra parte e fare i propri piccoli conti. Questo è il motivo per cui, di fronte alla richiesta del Presidente della Repubblica di condividere il peso della responsabilità di questo momento, tanti qui dentro – purtroppo - hanno detto NO. Come al solito.
Ma questo non è il nostro modo di fare. Questo non è il nostro modo di intendere la politica. E lo dimostra il fatto che – solo qualche anno fa – quando ci è stato chiesto di esserci in un momento drammatico, noi abbiamo risposto presente! Quando avremmo potuto fare diversamente. Quando avremmo potuto facilmente capitalizzare subito un vantaggio elettorale. Quando, non per un inciampo elettorale com’è capitato a noi oggi, ma per una gestione dissennata (che noi avevamo denunciato per tempo) altri avevano portato l’Italia sull’orlo del baratro. Noi anche in quel caso abbiamo risposto ci siamo. Non ci conviene ma ci siamo! Mentre altri, che quel disastro avevano contribuito a combinarlo, sgattaiolavano fuori come se nulla fosse dalla porta di servizio. Più abituati a urlare che bravi a risolvere i problemi. Si potrebbe veramente dire in questo caso che il lupo perde il pelo ma non il vizio!
E in secondo luogo Presidente Gentiloni mi faccia fare i complimenti. I complimenti per essere riuscito a comporre bene, in tempi molto rapidi e in una situazione obiettivamente complicata il nuovo Governo. Un Governo che ha al suo interno tutta la forza, le capacità e le competenze per guidare l’Italia in questo momento difficile.
E ci sono alcune cose che ho sentito dire in questi giorni di crisi di Governo su cui vorrei fare una valutazione a cui tengo. Perché abbiamo sentito proprio di tutto. O per meglio dire, mi sembra proprio che c'è chi ha detto tutto e il contrario di tutto, sostenendo delle posizioni decisamente molto curiose.
Per esempio ho sentito dire da un’importante figura Istituzionale di questa Camera, il Vice Presidente Di Maio, che il Presidente Renzi avrebbe dovuto rimanere in carica dopo le dimissioni, in attesa della sentenza definitiva della Consulta e delle elezioni. Cioè ancora per qualche mese.
Ma come?! Ma lo stesso Di Maio non aveva mica chiesto a gran voce di votare NO per “mandare a casa Renzi”? E poi ci spiega che invece doveva rimanere lì? Curioso ragionamento!
Ma poi ci chiarisce meglio il suo pensiero e aggiunge che il Governo sarebbe dovuto rimanere “per fare solo l'ordinaria amministrazione, nostro obiettivo è non mettere altri Governi nelle piene disponibilità dei loro poteri".
Bene! Cioè in sostanza Di Maio ci spiega un giorno sì e l’altro pure che gli italiani sono in difficoltà e poi – in piena emergenza terremoto, con il sistema bancario sotto tiro, con le norme attuative sulla pensione anticipata da scrivere, con i provvedimenti ancora da prendere a favore del Sud – la proposta che fa è quella di lasciare il Paese senza un Governo con pieni poteri?! Beh, un’idea decisamente bizzarra direi.
Ma di cosa avete paura? Avrete mica paura di un Governo con pieni poteri, vero? Perché in quel caso attenzione, perché qui ce n’è uno eh!
E poi mi vorrei sincerare di una cosa. Non vorrei che a furia di ripetere le cose allo sfinimento abbiate finito col credere anche voi alla vostra propaganda! Spero che non vorrete dire anche in quest’Aula che stiamo eleggendo un altro Presidente del Consiglio NON eletto dal popolo! Ve ne prego! In quel caso Presidente le rinnovo in via preventiva il nostro Benvenuto in quest’Aula dove – meglio specificarlo -, insieme al Senato, si esercita la Democrazia in nome del popolo sovrano che si esprime attraverso il voto. Perché questo è quello che vuole la Democrazia parlamentare, perché questo è quello che prevede la nostra Costituzione.
E comunque, in ogni caso, voglio tranquillizzare tutti i Deputati presenti e assenti. E pure i Parlamentari europei, soprattutto quelli di solito assenti…
Lo dico in modo chiaro. Il Partito Democratico c’è. E non solo – statene sicuri - non ha paura di eventuali elezioni anticipate, ma è prontissimo ad affrontarle. Non appena ci saranno le condizioni – per la sentenza della Corte o meglio ancora per una legge fatta insieme in Parlamento - noi saremo lì a giocare la nostra partita. E a quel punto si vedrà chi ha solo parole o chi ha i fatti da mettere su piatto della bilancia. Nel frattempo però faremo con questo Governo tutto quello che sarà possibile per migliorare la situazione dell'Italia.
In questi giorni ho sentito Salvini invece dire: “Bisogna votare subito appena dopo la sentenza della Corte, altrimenti noi scendiamo in piazza per una raccolta firme per elezioni subito! Mattarella non pensi di farci perdere ancora del tempo”. Però esattamente nella stessa intervista riesce anche a dire che ci vorrebbe il “Mattarellum” o una Legge con un premio di maggioranza. Delle due l’una. O si aspetta la sentenza oppure si fa una legge elettorale in Parlamento. Decida come vuole ma decida! Sappia solo che per fare una legge in Parlamento in tempi accettabili – per di più se con impianto maggioritario - serve un minimo di collaborazione sua e di altri. Se questa collaborazione c’è batta un colpo, prima o dopo Natale, come meglio crede!
Ma su una cosa non si può scherzare, sul Presidente della Repubblica. Non si raccolgono firme contro il Presidente della Repubblica. E il Presidente Mattarella non fa perdere tempo a nessuno! Il Presidente esercita in maniera rigorosa e puntuale il proprio ruolo che gli è affidato non da Salvini ma dalla Costituzione. E al Presidente Mattarella va tutta la nostra stima e il nostro ringraziamento per l’alto senso delle Istituzioni e la lucidità politica con cui ha condotto questa delicata fase della nostra democrazia. Altro che firme!
Oggi ho letto sui giornali che c’è anche qualcuno – tra quelli che sostengono che si debba andare al voto immediatamente – che storce il naso perché dice che il suo, Presidente, sia un Governo con troppa continuità”! Ma come?! E cos’altro si sarebbe dovuto fare? Stravolgere completamente il Governo a questo punto della Legislatura?! E con quale scopo? Quello di ricominciare tutto da capo? Ma proprio chi invoca il voto subito dovrebbe, al limite, apprezzare questa scelta! Ma si sa, la coerenza non è di questo mondo. E soprattutto sono certo che se lei avesse fatto una scelta diversa qualcun altro, o forse sempre gli stessi, avrebbero avuto comunque da ridire.
Però vede Presidente, non si deve preoccupare. Perché qui dentro, purtroppo, ci sono molti professionisti della contestazione. Non gli va mai bene niente. Sono contro a prescindere. Se dici Blu loro volevano rosso. Se dici rosso loro volevano blu. Sono i professionisti del complotto. I maghi delle bufale da Web. Quelli che nemmeno per sbaglio possono ammettere che una cosa l’hai fatta come si deve. Quelli che se in una frase non mettono la parola “banchieri”, “poltrone” o “ladri” poi dopo non riescono a dormire bene la notte. Quelli che se la mattina esce un dato ISTAT negativo per l’Italia gli si stampa un sorriso in faccia pregustando già la prima dichiarazione che possono fare. Quelli che ogni giorno c’è un attentato alla democrazia, quando la democrazia non sono capaci di praticarla nemmeno a casa loro. Si figuri che qui dentro ci sono pure quelli che dicono che “uno vale uno” ma poi per loro è solo uno quello che decide per tutti.
Ma che ci dobbiamo fare? Niente Presidente. Semplicemente andiamo avanti per la nostra strada. Seriamente. Preoccupandoci poco di chi urla o insulta qui dentro e occupandoci molto di chi sta là fuori e ha bisogno di buona politica. Avendo sempre in mente quello che c’è da fare per l’Italia, consapevoli di quello che abbiamo già fatto e concentrati su quello che dobbiamo ancora fare per gli italiani.
Buon lavoro a tutto il Governo, Buon lavoro a lei Presidente