Unioni civili, no alle ideologie contrapposte
Questo è un mio contributo sulla Legge sulle UNIONI CIVILI pubblicato sull'UNITÀ.
È il mio punto di vista di legislatore e di cittadino. Penso che approvare questa legge permetrerebbe all'Italia di fare un grande passo avanti dopo tanto ritardo. Capisco bene però che sia un tema sensibile e che i punti di vista - che io rispetto - siano anche molto diversi. Così come vedo il rischio concreto che una divisione profonda nel PD possa metterne a rischio l'approvazione. Proprio per questo ritengo che sia importante riportare la discussione sul terreno della concretezza sgombrando il campo da questioni che nulla c'entrano con la Legge.
"UNIONI CIVILI, NO ALLE IDEOLOGIE CONTRAPPOSTE" di Matteo Mauri su l'Unità 16/1/2016
Il dibattito di queste ore sulle norme per le Unioni Civili rischia di ricadere in uno scontro ideologico tra parti contrapposte, nel Paese e in Parlamento. Sarebbe un errore imperdonabile. Per evitarlo bisogna, al contrario, guardare alla concretezza della vita dei cittadini italiani e rispondere alle esigenze e ai dubbi invece che sollecitarli.
Il testo della legge in discussione al Senato garantisce, da un lato, i diritti inalienabili e ormai ampiamente riconosciuti a livello europeo delle coppie omosessuali e, dall’altro, la tutela dei bambini figli di quelle coppie.
Due questioni che sono sacrosante e che rappresentano un netto passo avanti per il nostro Paese che, nel corso del tempo, ha accumulato un ritardo inaccettabile.
Visto il dibattito che si è sviluppato in questo periodo è utile chiarire che nella norma non esiste nulla che possa riferirsi al tema dell'utero in affitto, o che lo possa incentivare, e nemmeno alle adozioni per coppie dello stesso sesso. Su questo ci possono essere opinioni anche molto differenti ma che non ha senso discutere in relazione alla legge in esame.
In particolare, rispetto alla Stepchild adoption, dobbiamo tutti insieme, senza alimentare divisioni, guardare alla concretezza di che cosa fare per tutelare davvero i soggetti più deboli, e cioè i bambini.
La domanda a cui dobbiamo rispondere è questa: che cosa deve succedere a un bambino figlio di una coppia omosessuale che perde il padre o la madre naturale?
Vogliamo davvero che venga portato via dalla sua casa e del suo mondo di riferimento? Vogliamo che sia strappato agli affetti dell’altro genitore che l’ha cresciuto e con cui si è instaurato un legame fortissimo? Vogliamo che venga portato in una struttura o dato in adozione a degli sconosciuti? Credo che nessuno possa volere cose del genere.
Perché questo significa, nella concretezza, cancellare o stralciare la step child adoption oggi prevista nel testo di legge. Dobbiamo esserne consapevoli. Per questo noi crediamo che occorra fermare le macchine della polemica ideologica e pensare a quei bambini, guardarli negli occhi e interrogare le nostre coscienze, chiedersi quale futuro vogliamo per loro.
Si tratta ovviamente di un tema delicato che può interrogare le coscienze di molti e che inevitabilmente – anche in presenza di una chiara indicazione di voto, come in questo caso – non può che rientrare tra gli argomenti su cui è legittimo esercitare la libertà di coscienza.
Sarebbe però sbagliato perdere altro tempo rimandando a un’altra norma, da fare chissà quando. Questa deve essere la volta buona, non possiamo più tergiversare. Su questo tema il Pd – a partire dal suo Segretario - ha dimostrato una grande determinazione che però adesso deve portare a risultati concreti.
Di questo abbiamo discusso all’interno di “Sinistra è Cambiamento”, e per questo sosteniamo il prezioso lavoro fatto fin’ora da tanti, che ha visto il contributo importante di Micaela Campana, e che ha prodotto un testo di grande equilibrio e che rappresenta già il prodotto di una faticosa e delicata mediazione.