Iscritti e militanti il vero tesoro del PD
Ho pensato di scrivere questo articolo sull'Unità di oggi perché credo sia urgente risolvere la situazione sempre più complicata in cui si trova il nostro partito, soprattutto nei territori. Perché sono convinto che abbiamo il dovere di ridargli l'attenzione e la centralità che si merita. Una cosa che si può fare solo riconsegnando protagonismo agli iscritti e ai militanti. Responsabilizzando le classi dirigenti a tutti i livelli.
Ridiscutendo per esempio in maniera libera del superamento del doppio incarico di Segretario e Presidente del Consiglio. Ricostruendo quel senso di comunità che tante volte si evoca in modo retorico appunto perché sentiamo che ci sta scivolando via tra le dita." L'ho fatto perché sono preoccupato. L'ho fatto perché voglio bene al PD
"In questi giorni si sta molto discutendo della stato di salute in cui versa il Partito Democratico. Si parla dell'andamento degli iscritti e delle situazioni spinose che frequentemente si verificano dentro il partito e nelle Istituzioni.
La prima cosa da non fare è quella di rifiutare di prendere atto della situazione e trincerarsi dietro ricostruzioni di comodo. Per chi vive quotidianamente il proprio impegno politico a stretto contatto con il territorio tutto questo è evidente. E credo di poter dire che sia i dirigenti locali che il Segretario nazionale ne abbiano ormai piena consapevolezza.
D’altronde non potrebbe essere diversamente visto ciò che è accaduto anche nel recente passato. Penso alle elezioni regionali in Liguria o al "caso Marino" e al PD di Roma, solo per ricordare quelli più eclatanti. Evitiamo tutti la tentazione di usare questi dati di fatto come un'arma nel dibattito interno pro o contro Renzi. Sarebbe un infantilismo. Anche perché sono tendenze che vengono da lontano. La questione più urgente adesso è davvero quella di rimettere la testa sul partito. Sapendo che dobbiamo riconsegnargli l’attenzione e la centralità che si merita. E lo si fa ridando protagonismo agli iscritti e ai militanti. Responsabilizzando le classi dirigenti a tutti i livelli. Ricostruendo quel senso di comunità che tante volte si evoca in modo retorico appunto perché sentiamo che ci sta scivolando via tra le dita. Tutto questo senza nostalgie del passato, da cui dovremmo ereditare invece lo spirito costruttivo.
La sperimentazione fatta con il PD in questi anni è stata interessante. Ha portato tanti elementi di novità, tra cui ovviamente quello delle primarie. E’arrivato però il momento di valutarne i risultati e di fare manutenzione ordinaria e straordinaria. Sappiamo che nella commissione nazionale in vista della prossima Assemblea Organizzativa, che avrà come oggetto la revisione dello Statuto, si sta ragionando di introdurre una norma sull’albo degli elettori per regolare in maniera più sicura le primarie e di riportare in capo agli iscritti l’elezione dei Segretari regionali. Scelte sagge che condivido.
Propongo che in quella sede di apra anche una riflessione seria sull’opportunità di distinguere il ruolo del Segretario nazionale da quello di Presidente del Consiglio. L'impegno di un Capo di Governo non è umanamente compatibile con la dedizione e l’attenzione quotidiana necessarie per la guida del partito. Ho già visto troppe volte nel passato svuotarsi il partito di funzioni reali a favore dell’impegno di Governo. E se le due figure coincidono il problema non può che aggravarsi. Non è un caso infatti che nel nostro Statuto attuale chi fa il Segretario Regionale non possa fare contemporaneamente anche il Presidente di Regione e, addirittura, chi fa il Segretario di Circolo non possa cumulare la carica di Sindaco, nemmeno del paesello. Due norme, tra l’altro, su cui non è nemmeno prevista possibilità di deroga.
D’altro canto non ci può essere nemmeno lontananza e separatezza tra esecutivo e partito. Per questa ragione sono convinto che se il Premier è del PD debba essere automaticamente Presidente del partito e, a meno di alte maggioranze qualificate, anche il nostro candidato alle successive elezioni. Il Segretario, al contrario, avrà un compito difficile e oneroso, di cui però c'è bisogno.
Per togliere ogni retropensiero su questa proposta dico subito che questa eventuale novità dovrà entrare in vigore solo dopo il prossimo Congresso. Proprio per evitare che il dibattito sia inquinato dalla polemica quotidiana di breve periodo. Stiamo pensando al PD di domani. Come avrete capito dal tono, questa riflessione non vuole essere un punto fermo nella discussione. Vuole essere un contributo aperto. Proprio nello spirito del PD che tutti vorremmo. Se solo se ne condividessero gli obiettivi di fondo penso che sarebbe un bel passo in avanti."
Da L'Unità del 02-12-2015