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Dopo i decreti sicurezza, aprire il cantiere dei diritti.

 

“Non abbiamo cancellato solo i decreti Salvini ma abbiamo cambiato un racconto. Adesso bisogna aprire il cantiere della cittadinanza, riparlare di canali regolari. Andare oltre la Bossi-Fini”. 

Era il racconto “siamo invasi”, “i migranti girano per strada”. Insomma, avete disinnescato Salvini? “Abbiamo disinnescato un problema che è stato costruito scientificamente, direi ad arte e solo per un interesse elettorale”. E infatti per Matteo Mauri, il viceministro dell’Interno, non sono tanto, e solo, stati aboliti quei decreti che erano l’unico argomento del leader della Lega, ma da ieri si “mette fine a quel clima di caccia allo straniero, un clima che in questi anni è stato esacerbato con tenacia”.

Era quel meccanismo scatenato dalla “Bestia” di Salvini, una macchina di odio spicciolo che per il Pd è servita solamente a fare crescere il suo consenso personale e ad ammorbare un paese, spaventarlo. “Si è ridotta l’integrazione perché era funzionale a un progetto che non sarà mai il nostro progetto e intendo il progetto di questo governo”. E non era vero neppure che i migranti erano stipendiati senza voglia di lavorare, pigri di stato come raccontava lui. Nel nuovo decreto Lamorgese, ieri approvato in cdm, si supera quella “norma piccolissima”, spiega Mauri, che “impediva ai migranti di svolgere lavori socialmente utili”. Era un altro modo per dare la caccia al sopravvissuto, farlo passare come uno “di poca volontà”. Non era come la raccontava lui? “Non lo era. Non era così. Non era possibile a causa dei suoi decreti che hanno inseguito un solo obiettivo: GIOCARE SULLA PAURA DEL DIVERSO”. E dunque per Mauri, un fenomeno tanto importante come quello migratorio da domani torna a essere un fenomeno di cooperazione internazionale. “Innanzitutto torniamo a rinominare le parole. Le parole ‘invasione’ e ‘clandestino’ erano queste sì un’irregolarità linguistica. La prima era falsa e la seconda scorretta. Come si fa a dire che un migrante SIA UN clandestino QUANDO DI LUI SI CONOSCE GIA’ TUTTO ? Ecco quello che intendo per paura” spiega Mauri. Non significa che con la cancellazione dei decreti Salvini scompaia un fenomeno. “Significa che lo affronteremo con ricette non ideologiche, lo affronteremo con approccio nuovo e con l’aiuto dell’Europa. Recovery, ricollocazioni derivano dalla presenza di un esecutivo IN CUI IL PD HA IMPRESSO UNA TRAIETTORIA NUOVA. Questo lo sottolineo”. Nel nuovo decreto viene reintrodotta la protezione umanitaria che si chiamerà speciale. E per la destra è già lo spauracchio da agitare. “E invece averla soppressa ha generato 33 mila irregolari che sono scappati al nostro controllo”. E ci sono nomi nuovi come “Sai” che significa Sistema di accoglienza E INTEGRAZIONE cosi come ritorna il sistema Sprar. E però, non significa SOLO un ritorno al (buon) passato. Per Mauri si tratta di un ampliamento: “MAGGIORE assistenza SANITARIA, A MAGGIOR RAGIONE UTILE IN QUESTA FASE DI COVID, E ORIENTAMENTO  al lavoro”. L’accusa sarà buonismo che Mauri, pure questa, disinnesca. “Continueranno le ricollocazioni che HANNO AVUTO IMPULSO con noi”. Con l’arrivo della Lamorgese sono aumentate del 600% in Europa. In pratica, non esistevano? “ERANO AL MINIMO”. E senza urla si sta già ridiscutendo della modifica del trattato di Dublino. Servirà tempo, ma almeno l’Italia si è seduta al tavolo. Dopo l’approvazione in Cdm DEL DECRETO  servirà la conversione in aula. Mauri non teme imboscate, ma assicura che si sta “preparando, faccio yoga”. Il M5s ha rispettato finora gli accordi. “Il passo successivo sarà ripensare a canali regolari” anticipa. Vuole dire che bisogna lavorare sulla legge Bossi-Fini e prevedere flussi regolari con i paesi d’origine. E poi c’è la LEGGE SULLA cittadinanza, lo ius soli. “Serve un accordo, ma il tema della cittadinanza va affrontato”. Dunque per Mauri è possibile aprire il cantiere dei diritti ragionando e trovando la sintesi “che abbiamo alla fine trovato con il M5s. SONO TEMI FACILMENTE COMPRENSIBILI. Parliamo dei compagni di scuola dei nostri figli”.

 

 

 

 

DI CARMELO CARUSO  da IL FOGLIO 06 OTT 2020

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