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Minacce a Repubblica, un atto gravissimo

 
 
 
 

Le continue minacce di morte al direttore di Repubblica Carlo Verdelli stanno diventando sempre di più una questione di democrazia. L'ultima intimidazione è di pochi giorni fa: una finta pagina biografica su wikipedia, postata da un profilo Twitter anonimo, in cui si indicava la data di morte, fissata al 23 aprile prossimo. Ennesimo episodio che sta preoccupando, non poco, il Governo.

« La situazione è ormai intollerabile. Lo dichiara il vice ministro dell'Interno Matteo Mauri.

Non si tratta - aggiunge Mauri - di semplici odiatori seriali ma di criminali che devono essere fermati al più presto. Il governo non sottovaluta queste intimidazioni e non intende abbassare la guardia di fronte a questi atti gravissimi. La libertà di stampa è alla base della vita democratica di tutti i paesi civili, per questo le minacce contro i giornalisti sono ancora più inaccettabili. Anche per questo motivo il governo ha riattivato l'Osservatorio contro le intimidazioni ai giornalisti. Un segnale chiaro che mira a difendere l'incolumità degli operatori dell'informazione. Sono certo che grazie al lavoro delle forze di polizia molto presto saranno individuati i responsabili delle minacce a Carlo Verdelli e puniti come meritano. Nel frattempo invio al Direttore, alla sua famiglia e a tutta la redazione di Repubblica la mia solidarietà». Da metà marzo al direttore di Repubblica è stata assegnata una scorta dal Viminale, proprio in conseguenza delle minacce arrivategli via social e tramite lettere spedite all'indirizzo del giornale. All'abbraccio solidale a lui e ai suoi famigliari (gli ultimi tweet intimidatori han preso di mira la figlia Nina) si è unita anche una parte del mondo politico.

Di Fabio Tonacci - La Repubblica dell' 8 aprile 2020

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