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A Caserta con i cronisti minacciati

 

«È il momento di riaprire gli occhi. Lo Stato c'è»

A Caserta e Napoli la prima riunione dell'Osservatorio per la sicurezza dei giornalisti lontano da Roma. Presto altri incontri negli territori a rischio. Da sindacato e cronisti campani un appello al governo per giungere all'approvazione della legge contro le querele bavaglio e contro chi 'molesta' il diritto di cronaca.


La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania «ringraziano il viceministro dell'Interno Matteo Mauri che ha deciso di iniziare il viaggio dell'Osservatorio per la sicurezza dei giornalisti minacciati a partire da territori di Caserta e di Napoli. Un viaggio che – anticipa il sindacato – proseguirà negli altri territori a rischio». Nel corso dell'incontro campano, dal Sugc e dai cronisti del territorio è partito un appello al governo per giungere all'approvazione della legge contro le querele bavaglio e contro chi molesta il diritto di cronaca. «Le denunce temerarie sono attualmente lo strumento più efficace contro la libertà di stampa», hanno evidenziato i giornalisti campani.

Il viceministro Mauri ha confermato che l'Osservatorio sarà sempre pronto a recepire le segnalazioni della Fnsi e delle Associazioni regionali di Stampa in materia di minacce ai giornalisti per prendere ogni iniziativa necessaria alla loro sicurezza e ha garantito il suo impegno per accelerare l'iter dell'approvazione della legge contro le querele bavaglio. «La verità è che per troppo tempo si è rimasti con gli occhi chiusi, è il momento di riaprirli», ha detto Mauri, la cui presenza «è un messaggio di solidarietà e sostegno, ma anche politico forte: lo Stato c'è sta facendo la sua parte e la farà ancora di più», ha rilevato.

Il crescente numero di cronisti minacciati e aggrediti «è il motivo per cui è importante esserci ed è il motivo per cui il ministro Lamorgese ha riconvocato l'Osservatorio sui giornalisti minacciati. Penso – ha aggiunto il viceministro – che molte delle cose che in questo momento non funzionano in questo Paese passino da un tema che si chiama rispetto. Ci vuole rispetto, in questo caso della professione del giornalista, perché ha a che fare con la qualità della democrazia. E anche una politica che mostri maggiore rispetto e attenzione è una politica che fa bene il proprio mestiere».

All'incontro, assieme al presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, e ai cronisti minacciati anche i vertici del sindacato regionale. «La Campania è un territorio particolarmente a rischio che richiede un'attenzione maggiore», ha detto il segretario del Sugc, Claudio Silvestri. «Basti pensare – ha proseguito – che cinque giornalisti sotto scorta armata sui 24 in Italia sono in Campania, a Caserta, e altri 10 hanno la vigilanza attiva. Servono interventi legislativi e che si intervenga sulle querele temerarie e sul carcere per i giornalisti e prevedere una aggravante per chi aggredisce un giornalista».

 

 

Dal sito di FNSI del 05/02/2020
 

 

 
 
 

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