L'estrema destra torna in Europa

 
 
 
 
Basta afro-islamisti" E da Londra a Roma torna l'ultradestra
 
Nazifascisti, hooligan nazionalisti e suprematisti riconquistano le piazze d'Europa. Con il pretesto della difesa dei valori, si contrappongono al movimento anti-razzista 
 
di Paolo Berizzi
 
«La battaglia di Trafalgar». Sui siti neonazi e nelle chat dei gruppi hooligan le immagini degli scontri nelle città del Regno Unito - Londra, Newcastle, Bolton, Bristol, Glasgow - sono condivise con toni trionfalistici e titoli storici: roba da guerre napoleoniche. Le foto però sono attualissime: mostrano i "patrioti inglesi" 3.0 mentre si scontrano con la polizia e provano ad assaltare i Black Lives Matter. O quando tentano di superare le transenne di Westminster, nella piazza del Parlamento a Londra. Teste rasate, tatuaggi, look da stadio e quindi bermuda mimetici, magliette dei club, cappelli con visiera Aquascutum e felpe nere. «Era ora. Riprendiamoci le nostre città. Non lasciamole all'orda iconoclasta degli afroislamisti», è uno degli slogan. «Chi voleva abbattere i monumenti della nostra storia ha incontrato i patrioti sul proprio cammino». Con il pretesto della difesa delle statue l'estrema destra si è presa le piazze. Da Londra a Parigi, un fronte composto da militanti nazifascisti, hooligan nazionalisti, suprematisti bianchi, tifosi orfani degli stadi (ancora chiusi per il lockdown) irrompe sulla scena contrapponendosi (da giorni) al movimento antirazzista BLM nato dopo l'uccisione di George Floyd. Una scusa - quella della tutela dei "valori" e dei "simboli nazionali" - che l'ultradestra trasforma in un volano per innescare una specie di guerra bianchi contro neri. Sullo sfondo, la solita avversione xenofoba anti-immigrati. La stessa vista in Germania due anni fa, quando neonazisti e hooligan scesero in piazza a Chemnitz, in Sassonia, scatenando disordini. Se in Germania le frange più estreme sono legate al movimento Pegida, ma anche all'ala più dura di Afd e a Npd di Udo Voigt, in Inghilterra a coagulare la rabbia sono British National Party, Fronte nazionale, English Defence League, For Britain Movement e Britain First, il cui leader, Paul Golding, era tra le migliaia di manifestanti ("maschi bianchi", si definiscono) che sabato scorso si sono radunati nella piazza del Parlamento inglese, a Londra. Molti davanti alla statua impacchettata di Winston Churchill. Alle barricate anti BLM hanno partecipato gruppi di tifosi di calcio provenienti da tutto il Paese. Tra le firm più schierate a destra ci sono i Bushwackers del Millwall, gli Headhunters del Chelsea e gli hammer del West Ham. Ecco perché in piazza sabato sono riecheggiati canti da curva, oltre al God Save the Queen e al Rule Britannia, la marcia imperiale e sacro rito dei raduni nazionalisti (visti gruppi di veterani con tute mimetiche e coccarde dell'esercito inglese). Vecchia storia la saldatura, all'insegna della violenza, tra ultrà-hooligan e militanti di estrema destra. Complici le proteste per il lockdown, prima, e adesso la contrapposizione con le manifestazioni - alcune violente - di BLM (a Parigi è stato srotolato uno striscione dal tetto di un palazzo con scritto White Lives Matter), stadi e piazze ridiventano vasi comunicanti. Un passaggio che avviene anche in Italia. Tra i protagonisti degli incidenti di 10 giorni fa al Circo Massimo a Roma - raduno contro il governo organizzato dal network nero "Ragazzi d'Italia" - oltre a militanti di Forza Nuova c'erano ultrà di destra: laziali, romanisti, veronesi, varesini, ascolani. Una prima uscita non felicissima. Ma che sulla pagina "Dalle curve agli stadi" è celebrata così: «Ricorda per sempre il 6 giugno. In un mondo dove contano i denari, c'è ancora chi carica a Bastoni» (nella foto si vedono teppisti che caricano con le mazze, ndr). Da Roma a Londra, e ritorno. Il 20 giugno nella capitale ci sarà un corteo della nuova ammucchiata di estrema destra: Ragazzi d'Italia, mascherine tricolori di CasaPound e gilet arancioni di Pappalardo. Sarà l'evento preparatorio della riunione di coordinamento del 30 giugno dove queste sigle di salderanno con no-vax, no-5G e il movimento R2020 di Sara Cunial. Lo slogan è lo stesso delle proteste delle ultime settimane: "No alla dittatura sanitaria".
 
 
 
 
 
 
 
 
Da La Repubblica del 16/06/2020

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