Io al PD ci credo!

Questa la mia risposta, pubblicata su Vanity Fair, all'intervista/denuncia del sindaco di Firenze sui difetti del partito. Con un'idea (trasformare il "fuori" in "dentro") e un appello (a proposito di Tafazzi)

Caro direttore,


ho letto con interesse l'intervista a Matteo Renzi e mi è venuto spontaneo scriverle. Mi chiamo Matteo Mauri, ho 40 anni, due figlie, sono della segreteria nazionale del PD. Leggendola, ho pensato che Renzi è uno sveglio e che ha molte cose buone da dire. Ma ho anche pensato che per ogni cosa buona che dice, almeno un'altra la sbagli.

Ha ragione da vendere quando chiede facce nuove. A me piace dirla così: "Se le idee nuove sono in bocca silo a facce vecchie, non sono le facce a diventare giovani, ma le idee a diventare vecchie"

E allora ha ragione. Sbaglia, invece, se pensa che il PD, il suo partito, non si sia fortemente rinnovato in questi anni. vuol dire che non lo conosce. Il PD è il partito con i dirigenti territoriali e nazionali più giovani di tutti gli altri. Giovani che se la tv fosse meno pigra si accorgerebbe di quante storie affascinanti e interessanti hanno da raccontare.

 

Renzi ha ragione quando denuncia alcuni nostri difetti. Ma sbaglia quando spara contro tutto e tutti, alla cieca. Perchè io al PD ci credo. E credo che non se ne possa fare a meno per costruire un'Italia migliore, dove le persone non siano oggetti, dove le mie figlie possano crescere credendo in valori profondi e dove tutti possano realizzarsi nel rispetto degli altri.

Non vorrei, perciò, che a furia di critiche a raffica qualcuno si convincesse veramente che il PD è da buttare! Mettiamola così: evitiamo per piacere di far diventare il "renzismo" una variante giovanile del "tafazzismo", già abbastanza in voga nel centrosinistra! Non faccaimoci del male. Non ce lo meritiamo. Io per carattere non sono un "rottamatore", ma piuttosto un "carrozziere" del mio partito. Non mi piace buttar via le cose, mi piace farle funzionare. Perchè buttar via tutto può esser esaltante una volta, ma se diventa l'unica risposta, poi rimangono solo macerie.

Renzi mi ha stupito due volte: quando è andato ad Arcore (chissà se ammetterà mai l'errore?) e, nell'intervista, quando si è vantato della "supercazzola" alla Maturità, dicendo che "se le cose le dici con la faccia convinta, nessuno ha il coraggio di smentirti". E' un atteggiamento che ho già visto da qualche parte e che non mi piace. Perchè deve valere sempre la lezione di Giorgio Gaber, che nel 2001 usava queste parole per parlare di Berlusconi: "io non temo Berlusconi in sè, io temo Berlusconi in me"

Ho appena finito di leggere il libro di Renzi, e con una battuta gli dico: "il prossimo scriviamolo insieme, e al posto di "fuori" intitoliamolo "dentro"!

Grazie direttore per lo spazio che mi hai regalato. Anzi, che ci ha regalato, perchè siamo in tanti!

Vanity Fair 02-03-2011

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