Nota al Decreto Immigrazione

 

 

Una sintesi delle novità principali

 

1) Accoglimento osservazioni Presidente della Repubblica. Il Presidente Mattarella nel messaggio rivolto in occasione della promulgazione del secondo decreto Sicurezza, aveva evidenziato, in relazione al tema dell’immigrazione, due aspetti critici da modificare:  

  • Reintroduzione degli "obblighi costituzionali e internazionali"; 

  • Sproporzionalità delle multe comminate alle ONG.


2) Reintroduzione della protezione umanitaria(denominata "Protezione Speciale").Il primo decreto Salvini aveva eliminato la categoria della protezione umanitaria che tutelava le persone a cui non si poteva rifiutare o revocare il permesso di soggiorno qualora ricorressero seri motivi di carattere umanitario o derivanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano. Nel nuovo Decreto Immigrazione si ripristinano i principi della protezione umanitariaora denominata “protezione speciale”. Si reintroduce il principio del necessario rispettodegli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano” e si inserisce, ex novo, il divieto di allontanamento dal territorio nazionale dello straniero nel caso in cui, tornando nel proprio Paese di origine, rischi "trattamenti inumani o degradanti" o la “violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, anchetenendo conto dei vincoli familiari dell’interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia e della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale”.  

3) Riesame ricorsi diniegati. I procedimenti ancora aperti e i ricorsi pendenti, presentati da tutte le persone a cui sia stata rifiutata la protezione internazionale, saranno valutati alla luce delle disposizioni previste dal nuovo decreto.

4) Minori stranieri non accompagnati. Al momento del compimento della maggiore età, si reintroduce, secondo le previsioni della Legge Zampa, il silenzio-assenso nelle procedure di rinnovo del permesso di soggiorno (eliminato dal decreto Salvini). In base alla modifica introdotta dal nuovo decreto, il mancato rilascio del parere del Comitato per i minori stranieri non legittima più il rifiuto del rinnovo del permesso di soggiorno.


5) Sanzioni alle ONG. Il decreto va oltre le indicazioni del Presidente Mattarella, eliminando del tutto le sanzioni amministrative. Si esclude, inoltre, ogni responsabilità penale per gli equipaggi che, negli interventi di salvataggio, informino le autorità competenti, seguendone le indicazioni e dandone notizia, se non sono italiane, al Paese di cui battono bandiera. L’inosservanza può comportare, invece, l’applicazione delle sanzioni penali, già previste dal Codice della Navigazione, tra cui le multe, ora fissate da euro 10.000 ad euro 50.000.  

 

6) Convertibilità dei permessi di soggiorno. Il nuovo decreto introduce la convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro di alcune tipologie di permessi che oggi non la prevedono (quelli per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto cittadinanza o apolidia, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori). L’obiettivo è quello di favorire una maggiore autonomia dei loro titolari e migliori opportunità di integrazione e prospettive di vita. La durata dei permessi di soggiorno passa, inoltre, da uno a due anni. 

 

7) Registrazione anagrafe. Prima ancora della pronuncia della Corte costituzionale - che ha dichiarato l’incostituzionalità del divieto di iscrizione anagrafica contenuta nel primo decreto Salvini- lo schema di decreto aveva già previsto l’iscrizione alle anagrafi comunali dei richiedenti asilo, ai quali è anche rilasciato documento di identità di durata triennale.  

 

8) SAI-Sistema di Accoglienza e Integrazione. Il nuovo sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) ripristina il modello precedente al decreto Salvini (SPRAR), tornando a reinserire anche i richiedenti asilo.  

Il SAI prevede centri di dimensioni contenute e diffusi sul territorio ed è articolato in: 

  1. servizi di primo livello, più qualificati rispetto al passato, a cui accedono i richiedenti protezione internazionale a cui sono garantiti, oltre alle prestazioni di accoglienza materiale, l’assistenza sanitaria e l’assistenza sociale e psicologica. A cui si aggiungono attività rivolte all’integrazione come la mediazione linguistico-culturale, corsi di lingua italiana e servizi di orientamento legale e al territorio.  

  2. servizi di secondo livello, finalizzati all’integrazione dei titolari di protezione internazionale, che comprendono, oltre a quelli di primo livello, anche l’orientamento al lavoro e la formazione professionale. 

La prima assistenza continuerà ad essere garantita attraverso i Centri governativi (CAS) che si dovranno realizzare tenendo conto, anch’essi, della necessità di ridurne il più possibile le dimensioni per garantire una maggiore vivibilità e sostenibilità sociale.  

 

9) Permanenza nei CPR. Si riduce da 180 a 90 giorni -prorogabili di ulteriori 30 solo in alcuni casi specifici-  il tempo massimo di permanenza nei CPR, prevedendo che il trattenimento sia disposto con priorità per soggetti considerati una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica, o responsabili di reati particolarmente gravi (ad esempio, droga, pedofilia, violenza sessuale, terrorismo) o che siano cittadini di Paesi terzi con i quali sono vigenti accordi per il rimpatrio. E’ riconosciuto esplicitamente il principio per il quale nei luoghi di trattenimento sono assicurati adeguati standard igienico-sanitari e abitativi e la necessaria informazione allo straniero trattenuto sul proprio status giuridico. Viene introdotta la possibilità di presentare un reclamo al Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale relativo alle condizioni di trattenimento. 


10) Garanzie nelle procedure di protezione. Sono introdotte maggiori garanzie nei procedimenti per il riconoscimento della protezione internazionale attraverso l’ampliamento delle competenze delle Commissioni territoriali, la revisione dei procedimenti prioritari ed accelerati, la gestione delle domande reiterate e la tutela dei richiedenti vulnerabili.

 

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