Nessuno scudo per reati odiosi, tutti contro lavoro nero

 

 

 
 
Mi vedo costretto a intervenire su alcune polemiche in merito alla norma sulla regolarizzazione perchè penso che la chiarezza possa aiutare a superare in serenità i problemi. Nessuno ha intenzione o ha mai avuto intenzione di dare uno scudo penale a chi si è macchiato di reati odiosi come il caporalato, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina o lo sfruttamento dei lavoratori (come da art. 603 bis del codice penale). 
 
La dimostrazione è che in tutte le versioni del testo discusse con i Ministri competenti si è sempre detto chiaramente che i datori di lavoro colpevoli di questi reati non possono accedere alla procedura di emersione. È altrettanto ovvio che sia necessario sanare infrazioni minori se vogliamo spingere le imprese all'emersione. Come si è sempre fatto in tutti i casi simili. Far emergere i lavoratori irregolari italiani e stranieri e regolarizzare significa tagliare alla radice la pianta velenosa del lavoro nero e tutte le conseguenze che comporta. Far emergere e regolarizzare significa fare un'operazione di legalità e di giustizia. Utile a tutti. Anche agli italiani che vivono sulla propria pelle la concorrenza sleale degli stipendi da fame dati agli immigrati irregolari. Mettiamo una pietra definitiva su questo argomento riconoscendoci reciprocamente la volontà di risolvere i problemi ed evitando accuse tanto gravi quanto immotivate.

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