La Resistenza delle donne.

 
 
 
 
 

Sono nato e cresciuto con valori come democrazia, uguaglianza e libertà tatuati indelebilmente nel mio DNA. 

È merito dei miei genitori. 

E merito dei miei nonni. 

E gliene sarò sempre grato. 

Ho imparato che la Resistenza è un patrimonio di tutti. È il motivo per cui oggi possiamo andare in giro per il mondo a testa alta. E perciò è un patrimonio da difendere sempre. Anche per quelli che non sanno apprezzarla fino in fondo o per chi la insulta.

Perché la Resistenza ha portato la libertà per tutti. Anche per chi la disconosce. Anche per chi la usa nel modo peggiore.


Quest'anno per la prima volta nella storia della Repubblica non si potranno fare i cortei per il 25 Aprile. Non poter essere in Piazza a manifestare mancherà molto a tutti noi. Per questo si farà un corteo di voci e di valori ognuno dalle proprie case. Una festa della Liberazione particolare ma non meno incisiva o meno importante delle altre. 

Proprio per la straordinarietà di questo anniversario ho deciso di ricordare le donne che hanno preso parte alla lotta partigiana. Perché penso che l'uguaglianza sia una precondizione per una società che si voglia considerare veramente civile. Perché penso che la parità di genere sia una necessità per cui debbano combattere non solo le donne ma anche gli uomini.

Lo faccio perché questa è una battaglia ancora lontano dall'essere vinta. Perché il tentativo di relegare le donne al solo ruolo di mogli, madri e casalinghe è sempre presente. Anche oggi, nel 2020.

Perché temo che questa crisi sanitaria, che inevitabilmente sarà anche economica e occupazionale, può farci fare un passo indietro sulla condizione femminile.


Durante la guerra le donne sono state vittime allo stesso modo degli uomini, torturate, uccise, deportate, marchiate. Hanno avuto una funzione importante nella lotta di liberazione.

Hanno partecipato attivamente alla lotta armata e, per la prima volta nella storia, diventano protagoniste armate. Alcune riescono ad assumere ruoli di comando e di direzione delle formazioni combattenti.

Si è provato a sminuire il ruolo della staffetta. Ma anche fare la staffetta non era un gioco. Non voleva dire andare in giro in bicicletta, bensì essere un collegamento importante tra le formazioni partigiane ed essere sottoposte a un continuo pericolo mortale.

Sono donne che spesso hanno pagato a caro prezzo il loro impegno politico, che non gli è mai stato riconosciuto abbastanza. 

Circa 70.000 donne hanno militato nei gruppi di lotta partigiana. Ricordare oggi quelle donne che hanno preso parte alla resistenza è un onore e un dovere. Non ne citerò una, e ce ne sarebbero tante, perché le voglio ricordare tutte. Quelle che sono conosciute e quelle di cui ci si è dimenticati il nome. Perché la storia si fa tutte e tutti insieme. Perché io sono orgoglioso di loro. Perché io sono e sarò sempre orgoglioso della nostra Resistenza. 

W il 25 Aprile. W chi ce l'ha regalato.

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