a Chinatown per combattere la psicosi Coronavirus

Una visita al centro culturale, una passeggiata da via Canonica a viale Montello, passando per il cuore di Chinatown, via Paolo Sarpi, e cena. Contro il pregiudizio e le psicosi da coronavirus il Pd di Milano ha organizzato ieri sera una iniziativa di solidarietà e di vicinanza alla comunità cinese, radunando dirigenti locali e militanti, consiglieri e assessori di zona, dal sottosegretario all'Interno Matteo Mauri alla segretaria metropolitana Silvia Roggiani. Ad accoglierli Francesco Wu, anima della comunità e titolare di Ramen a mano: "Qualcuno ci vuole vedere come untori, come si faceva ai tempi di Manzoni, nessuno di noi lo è". Mauri: "Essere qui è un gesto politico, è dare un segno di vita. È importante non cedere all'emotività del momento, ragioniamo tutti con buonsenso, da buoni cittadini". "A Milano le presenze nei ristoranti cinesi sono calate del 50 per cento - ricorda Stephane Hu, attuale presidente di Uniic, l'associazione delle imprese dei cinesi di seconda generazione -,  leggo e mi segnalano episodi quotidiani di razzismo, come alla scuola di via Giusti, dove diversi genitori italiani stanno scrivendo nelle chat di classe che ritireranno i loro figli, che non si

sentono sicuri". Alessandro Giungi, consigliere comunale tra gli organizzatori della serata, tributa il suo "dispiacere per tutto quello che la comunità sta subendo". "Qui è questione di combattere l'ignoranza - sottolinea Mirko Mazzali, delegato per il sindaco alle periferie, che confessa una sua recente passione per la hot pot made in China - e il pregiudizio". Che, come ricorda lo stesso Francesco Wu, è presente nella stessa comunità più che altrove: "Si è diffuso una sorta di principio di autoquarantena - racconta - chi è tornato di recente dalla Cina decide spontaneamente di restare un paio di settimane a casa e di sottoporsi a controlli. Non so quanti non cinesi lo stiano facendo. E in pochi hanno notato che chi rientra o arriva dalla Cina passando da un altro scalo è sottoposto a molti meno controlli".

 

 

 

 

Da Repubblica Milano del 03/02/2020di MASSIMO PISA

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